LA MISURAZIONE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA

La pressione sanguigna andrebbe misurata in ogni gatto con nefropatie, ipertiroidismo, soffi acquisiti, cecità, distacco retinico, ifema e ipertrofia cardiaca rilevata all’esame ecocardiografico
L’Ipertensione arteriosa sistemica è una delle principali malattie cardiovascolari del gatto anziano e le conseguenze che questa comporta si osservano con frequenza crescente nella pratica felina. Dall’aumento dei soggetti anziani nella popolazione affidata alle cure dei veterinari deriva il riconoscimento e il trattamento di numerose condizioni patologiche coesistenti, fra le quali si osserva spesso l’aumento della pressione sanguigna, che nel gatto in genere è secondario alla malattia renale cronica o all’ipertiroidismo. La misurazione della pressione è raccomandata in tutti i gatti di età superiore a 9 anni ed è essenziale in un contesto di patologia renale o endocrinopatia. La misurazione della pressione fa parte del nostro check up geriatrico, perché non si può valutare un anziano nella sua interezza se non si misura la sua pressione. Mentre la maggior parte dei pazienti umani ipertesi è colpita da ipertensione primaria o essenziale, nel gatto l’ipertensione sistemica solitamente è secondaria a nefropatie croniche o a ipertiroidismo. Innalzamenti della pressione sanguigna sistemica sono stati diagnosticati nel 61%-65% dei gatti con patologie renali croniche. I meccanismi attraverso i quali i reni scatenano l’ipertensione sono sconosciuti e anche i soggetti con iperazotemia di minima entità possono presentare innalzamenti della pressione sanguigna. La diagnosi di una forma ipertensiva associata a nefropatie croniche richiede un trattamento anti-ipertensivo per il resto della vita. Lo stato ipertensivo secondario a ipertiroidismo si risolve invece entro 2 o 3 mesi dal trattamento tiroideo. Altre cause meno comuni di ipertensione nel gatto sono rappresentate da anemia, iperadrenocorticismo, neoplasie secernenti mineralcorticoidi, feocromocitoma ed ipertensione primaria. In un gatto è stato segnalato un caso di ipertensione associato all’assunzione di una dieta ricca di sale; tuttavia, lo stato ipertensivo persisteva nonostante la somministrazione di una dieta iposodica. L'età media dei gatti ipertesi è di 14 anni e il sesso colpito prevalentemente è quello maschile (63%). Al momento della visita, i gatti con ipertensione possono presentare segni relativi alla malattia primaria (ad es., poliuria/polidipsia oppure perdita di peso), segni di ipertensione (come le emorragie oculari) oppure nessuna manifestazione clinica. In uno studio, l’83% dei gatti ipertesi alla visita riferiva un’anamnesi di cecità. Nei casi di ipertensione avanzata, il proprietario stesso può notare manifestazioni riferibili a emorragie cerebrali o attacchi apoplettici, fra cui convulsioni, atassia e collassi improvvisi. Nei gatti affetti da ipertensione, all’auscultazione spesso si rilevano soffi sistolici apicali e ritmo di galoppo. La presenza di un soffio in un gatto anziano deve indurre a misurare immediatamente la pressione sanguigna. L’esame radiografico può mettere in evidenza una cardiomegalia generalizzata da lieve o moderata Gli occhi sono gli organi in cui le lesioni da ipertensione vengono segnalate con maggiore frequenza, probabilmente perché le alterazioni oculari sono più facili da rilevare. I segni oculari generalmente migliorano nell’arco di 2-6 settimane di trattamento, ma il distacco retinico associato a ipertensione comporta una prognosi infausta per quanto riguarda il recupero della vista. Le alterazioni cerebrovascolari, benché difficili da riconoscere nel gatto, possono essere secondarie a gravi stati ipertensivi. In gatti con ipertensione non controllata sono stati rilevati segni riferibili a emorragie cerebrali (ad es. inclinazione della testa, depressione, convulsioni), che sono associati a una prognosi infausta. Terapia L'amlodipina è il farmaco di elezione per il trattamento dei gatti con ipertensione sistemica. L’amlodipina può essere associata agli inibitori dell’ACE o ai β-bloccanti se il suo impiego da sola non induce il ripristino di uno stato normotensivo. Il trattamento a lungo termine dei gatti ipertesi si basa su misurazioni della pressione sanguigna, controllo della malattia primaria (ad es., ipertiroidismo o nefropatia cronica) e visita del soggetto per ricercare eventuali segni di intossicazione da farmaci. Gli effetti collaterali che il proprietario rileva con maggiore frequenza (e che deve segnalare) sono letargia, prolungamento del tempo trascorso a dormire, atassia (dovuta a ipotensione intermittente o cronica) e anoressia. Nei gatti che seguono regimi terapeutici multipli il riscontro di questi effetti collaterali è più probabile che in quelli che assumono un unico agente anti-ipertensivo. Quando la pressione sanguigna sia sotto controllo, il gatto potrà essere controllato a intervalli di 3 mesi. In presenza di una nefropatia primaria, bisogna tenere sotto costante controllo il peso corporeo, il fondo dell’occhio, la pressione sanguigna, gli elettroliti (in particolare il potassio) e la creatininemia. La terapia anti-ipertensiva deve essere accompagnata da altri trattamenti rivolti alla nefropatia cronica coesistente. La pressione sanguigna andrebbe quindi misurata in ogni gatto con nefropatie, ipertiroidismo, soffi acquisiti, cecità, distacco retinico, ifema e ipertrofia cardiaca rilevata all’esame ecocardiografico. La terapia anti-ipertensiva deve essere somministrata quando la pressione sistolica indiretta supera abbondantemente il valore di 170 mm Hg e la distolica 100 mmHg. VALORI PRESSORI NORMALI E ANOMALI Utilizzando diversi metodi di misurazione indiretta, la pressione arteriosa normale nei gatti non sedati è inferiore a 160/100 mm Hg Nel gatto, l’ipertensione è stata segnalata come pressione sistolica indiretta superiore a 160 o a 170 mm Hg e pressione diastolica superiore a 100 mm Hg. Nei felini, si osserva più comunemente il solo innalzamento della pressione sistolica, talvolta associato ad aumenti diastolici, mentre l’ipertensione diastolica isolata sembra rara. In assenza di ulteriori segni clinici di ipertensione (quali emorragie o distacchi retinici), è consigliabile eseguire diverse misurazioni (se possibile nel corso di diversi giorni) piuttosto che basare il trattamento su una misurazione singola. Tuttavia, anche nei gatti con segni oculari indicanti la presenza di ipertensione, le misurazioni della pressione sanguigna possono non risultare uniformemente elevate ad ogni visita. Valori di almeno 200 mm Hg misurati con il dispositivo Doppler richiedono l’immediato trattamento anti-ipertensivo. METODI DI MISURAZIONE DELLA PRESSIONE DEL SANGUE
La pressione sanguigna deve essere misurata mantenendo il soggetto in un ambiente tranquillo, lontano da altri animali o esseri umani e senza rumori circostanti. Se possibile, il proprietario deve essere presente per trattenere con delicatezza e coccolare il gatto. La misurazione deve essere effettuata prima dell’esame clinico, attendendo tuttavia che il soggetto si sia abituato al nuovo ambiente. La pressione sanguigna può essere misurata con metodo diretto oppure indiretto. Il metodo diretto, considerato il sistema per eccellenza, prevede l’inserimento di un ago da 25 G o di un catetere permanente in un’arteria periferica. L’ago o il catetere vengono collegati ad un trasduttore e la pressione viene indicata su uno schermo oppure registrata su carta. Questo metodo comporta delle difficoltà tecniche nei soggetti di piccola taglia non sedati e può essere doloroso. Gli effetti collaterali che ne possono derivare comprendono la formazione di ematomi o lo sviluppo di infezioni; inoltre, si possono registrare valori falsamente elevati dovuti alla scarica di catecolamine conseguente al dolore o allo stato di costrizione. La tecnica indiretta è più facile da applicare a livello ambulatoriale, poiché non richiede alcuna misura costrittiva e non è dolorosa. Come per quella diretta, l’operatore deve possedere una certa pratica; comunque si tratta di un sistema più veloce e più semplice. I metodi indiretti sono rappresentati da tecniche di auscultazione, Doppler, oscillometria e fotopletismografia. Gli apparecchi che sfruttano la tecnica Doppler per misurare la pressione sanguigna sono poco costosi, efficaci , facili da usare e ampiamente utilizzati in ambito ambulatoriale ed esterno. Il manicotto può essere applicato sulle arterie brachiale, mediana, tibiale craniale o coccigea mediale. Spesso quando vengono effettuate ripetute misurazioni la pressione cala, poiché il soggetto si adatta alla sensazione del manicotto che si gonfia e si sgonfia, per cui è consigliabile eseguire da 5 a 7 misurazioni nell’arco di 5-10 minuti. La misurazione della pressione fa parte del nostro check up geriatrico, perché non si può valutare un anziano nella sua interezza se non si misura la sua pressione.

Commenti