L'ALIMENTAZIONE DEL CANE E DEL GATTO ANZIANO

La popolazione dei cani e dei gatti anziani sta diventando sempre più numerosa, e la loro aspettativa di vita si sta allungando. L’alimentazione (sia nell’uomo che negli animali da compagnia) è considerata sempre di più come una vera e propria “terapia”, soprattutto nell’età geriatrica, poiché è in grado di prevenire o ritardare le maggiori cause di morte che sono rappresentate da neoplasie, nefropatie e cardiopatie. Per il cane e il gatto anziano non vi sono dei fabbisogni propriamente stabiliti come accade per le altre fasi fisiologiche (accrescimento, mantenimento, lattazione, gestazione) poiché l’età in cui un animale si considera anziano ha una profonda variabilità dovuta soprattutto alla razza e alla mole dell’animale. Il profilo nutrizionale delle diete destinate ai soggetti anziani canini e felini non è stato ancora ben definito, ma alcuni nutrienti svolgono un ruolo chiave ed è quindi necessario valutarne attentamente la presenza. L’obiettivo dell’alimentazione nell’animale anziano deve essere quello di soddisfare i fabbisogni senza creare inutili surplus che, nel giovane potrebbero essere smaltiti ma, nell’organismo anziano potrebbero, essere causa di un sovraccarico degli organi. Per capire, però, quali sono questi fabbisogni nutritivi è importante ricordare quali sono i cambiamenti più eclatanti che caratterizzano l’età geriatrica. Se conviviamo con un animale anziano avremo già cominciano a notare un progressivo scadimento delle sue condizioni generali, una minore forza fisica, una propensione maggiore al riposo, una minore reazione agli stimoli esterni,.. Tali cambiamenti influenzano anche l’utilizzazione di alcuni principi nutritivi e di conseguenza i fabbisogni nutrizionali; è necessario quindi modificare il suo regime alimentare. Nell’alimentazione dell’animale anziano sano e, perciò, non affetto da patologie specifiche, è necessario considerare una minore digeribilità di alcuni nutrienti e, pertanto, i rapporti tra principi nutritivi e densità energetica devono essere calcolati in modo da fornire la giusta quantità di energia senza andare nella direzione di una carenza degli altri principi nutritivi. Se usiamo una dieta commerciale, si potrebbe passare a una dieta “senior”, ormai presente in tutte le linee commerciali migliori, che è studiata appunto per venire incontro a tutti questi cambiamenti, ma non è adatti a tutti. Vediamo di seguito su quali principi basare il cambiamento nutrizionale necessario. RIDUZIONE ENERGETICA Generalmente, i cani anziani hanno una quantità maggiore di grasso, minore massa magra ed un più basso rapporto massa magra/massa grassa rispetto ai giovani. Siccome il tessuto muscolare è più metabolicamente attivo di quello adiposo, questi cambiamenti possono spiegare i diminuiti fabbisogni energetici di mantenimento caratteristici di questa fase. Ciò non vale per il gatto poiché alcuni studi hanno evidenziato un aumento dei fabbisogni di mantenimento nei gatti al di sopra degli 11-12 anni. L’ipotesi per tale differenza è da ricondurre al fatto che nei gatti c'è un peggioramento dell'efficienza digestiva nell'età geriatrica. Per evitare i fenomeni di sovrappeso o di obesità, la riduzione calorica nella specie canina è di circa il 20%. Nella specie felina la maldigestione dei grassi di cui abbiamo parlato prima può far sì che la densità energetica della dieta debba al contrario essere aumentata. È necessario comunque sottolineare che alcuni cani e gatti anziani possono essere sottopeso e in tal contesto la riduzione dell’apporto energetico risulta controproducente. ACQUA E FIBRE Fondamentale per il benessere dell'animale anziano è assicurargli una costante idratazione. E’ necessario un attento monitoraggio dell’acqua assunta quotidianamente, poichè i fenomeni di disidratazione sono quanto mai comuni. Nell'uomo l’età altera i meccanismi fisiologici di controllo della fame e della sete; ciò provoca un adeguato consumo di liquidi in ambiente controllato ma potrebbe portare a disidratazione in condizioni particolari (ad esempio uno sforzo in un ambiente caldo). Simili situazioni si ipotizzano in cani e gatti. L'approvviggionamento idrico dei cani, più volte al giorno, è importante anche per evitare la costipazione, molto diffusa in età geriatrica. Una maggiore attenzione in questo senso va data quindi anche alle fibre (frutta e verdura), da integrare per favorire le funzioni intestinali. PROTEINE Spesso nella dieta dei soggetti anziani la quota proteica tende ad essere ridotta senza che ci sia una reale necessità; solo in caso infatti di specifiche patologie si deve intervenire in questo senso. E' soprattutto invece la qualità delle proteine che deve essere attentamente valutata, imparando a leggere le etichette dei mangimi commerciali o acquistando direttamente carne o pesce di qualità. LIPIDI Nei cani, per prevenire i fenomeni di sovrappeso e di obesità spesso la quota dietetica di lipidi viene ad essere ridotta, ma questa riduzione non deve coinvolgere tutte le classi di questi nutrienti. In particolare, gli acidi grassi omega 3 a lunga catena (EPA - DHA), per il loro ruolo nella cascata infiammatoria e nel contrastare la disfunzione cognitiva del paziente anziano devono essere adeguatemene integrati. Come gli omega 3, anche la quota di antiossidanti presenti nella dieta dei soggetti anziani può essere integrata per contrastare quelli che sono i fenomeni legati allo stress ossidativo, quanto mai evidenti in questi animali. IMPORTANZA DEI CONTROLLI VETERINARI Visto che non si invecchia da un giorno all'altro, i cambiamenti nell'età geriatrica devono essere tenuti sotto controllo da un medico veterinario. E' per questo che il peso corporeo, il Body Condition Score (BCS) e il Muscle Condition Score (MCS) devono essere rilevati durante ogni visita. La misurazione del peso corporeo e la sua registrazione in apposite schede consente di monitorare strettamente le variazioni, che talvolta possono essere non rilevate o sottovalutate. Sebbene BCS e MCS siano dei parametri soggettivi, legati all’esperienza dell’operatore, questi consentono di fornire indicazioni utili su che tipo di dieta l’animale stia assumendo. BCS e MCS, infatti, non sono correlate. Una diminuzione dell’una (MCS) può essere correlata all’aumento dell’altra (BCS) nella cosiddetta “Overcoated syndrome” presente nei soggetti anziani, dove si assiste ad una progressiva perdita della massa magra a scapito della massa grassa. MANAGEMENT Se la dieta è importante nei pazienti anziani, anche la gestione della stessa risulta quanto mai determinante. Cosa (alimento commerciale, umido o crocchette, alimento casalingo), quando, come e dove sono fondamentali. Rispettare le abitudini e preferenze (compatibilmente con le condizioni di salute specifiche di ciascun paziente) fanno sì che la dieta possa essere accettata molto più facilmente. Le transizioni alimentari devono essere molto graduali, impegnando settimane e non giorni. L’arricchimento ambientale così come l’uso giochi, di particolari ciotole o di distributori automatici possono aiutare in tal senso.

Commenti