Gli strongili broncopolmonari

Gli strongili broncopolmonari sono dei parassiti, piccoli vermi tondi che vivono e depongono uova nel tessuto broncopolmonare degli animali infetti. Questi parassiti possono contagiare numerosi specie animali, fra cui cane e gatto. In medicina veterinaria è un fenomeno sempre più crescente, perchè adesso abbiamo a disposizione vari mezzi per diagnosticarli e trattarli. Ma partiamo dall'inizio. Come fanno un cane o un gatto a infettarsi? Il cane e il gatto sono quelli che i parassitologia si chiamano ospiti definitivi, in cui cioè il parassita ha finito il suo viaggio, diventa adulto, e in cui depone le uova. L'ospite intermedio per gli strongili è rappresentato generalmente da lumache o piccoli molluschi: il cane e il gatto mangiando questi ospiti intermedi (o mangiando roditori o uccelli che a loro volta li hanno mangiati) si infestano con le larve degli strongili. Queste tramite l'intestino raggiungono il flusso ematico e linfatico, e da qui arrivano ai polmoni dove diventano vermi adulti. Nel tessuto broncopolmonare depongono le uova, che poi verranno espettorate con la tosse, deglutite, ed eliminate con le feci. Le feci contageranno gli ospiti intermedi e il ciclo ricomincerà. I principali strongili del cane sono rappresentati dall'angiostrongylus vasorum, mentre nel gatto dall' aelurostrongylus abstrusus. Le infestazioni possono essere asintomtiche o dare i tipici sintomi dei problemi respiratori, e quindi tosse, aumento della frequenza cardiaca, starnuti ma anche gravi problemi di sanguinamento, conseguente anemia, e morte. Diventa importante perciò sospettare la presenza di questi parassiti in tutti i casi in cui il vostro cane o gatto abbia sintomi respiratori. E diventa di vitale imortanza sapere se c'è questa infestazione prima ad esempio di pratiche come l'anestesia o la chirurgia. Le radiografie al torace ci aiutano a sospettare questa patologia, perchè l'infiammazione che producono a livello di bronchi si vede a livello radiografico. Ma non è una diagnosi certa. Per avere una diagnosi si ricorre ad altre tipologie di esami. Si può optare per un esame feci specifico, che si chiama test di Baermann: siccome questo test è in grado di farci visualizzare le larve al microscopio, se è positivo siamo sicuri dell'infestazione. Se invece è negativo non si può esludere l'infestazione al cento per cento, perciò si deve ricorrere ad un esame chiamato pcr che identifica il dna del parassita nel sangue o in altri tessuti. Una volta diagnostica la strongilosi si deve instaurare una terapia adeguata. Una moria massiva di vermi nei polmoni può essere molto pericolosa per l'animale, per questo la terapia va gestita con attenzione (e viene consigliato sempre il supporto degli esami del sangue completi di profilo coagulativo per poter gestire al meglio la situazione). Vanno preferiti farmaci che permettono una morte dei parassiti frazionata nel tempo, cioè farmaci da somministrare per molti giorni. E di supporto vanno dati antinfiammatori di varia natura, per migliorare la difficoltà respiratoria e il riposo assoluto. Una volta terminata la terapia vanno fatti degli esami di controllo per verificare l'effettiva assenza dei parassiti. Nei cani e gatti che passano molto tempo all'aperto, e che quindi sono in contatto con gli ospiti intermedi, viene consigliata una profilassi per pulci e zecche con prodotti specifici che contengano molecole attive contro gli strongili, perchè, come sempre, prevenire è meglio che curare!

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