Cannabis e il ruolo del sistema endocannabinoide

Quando io mi sono laureata gli studi sul sistema endocannabinoide erano ancora agli inizi. Mi rendo conto, che senza delle basi di fisiologia è un argomento difficile da esporre, ma voglio provarci, perchè voglio spiegarvi come agiscono sul nostro organismo le molecole contenute nella pianta di Cannabis e perchè hanno tante potenzialità terapeutiche poco sfruttate. La scoperta fu casuale: dei ricercatori stavano effettuando studi sulla pianta di Cannabis. Nei 20 anni che hanno seguito l’identificazione e la sintesi del tetraidrocannabinolo (THC), la molecola psicoattiva della Cannabis, gli scienziati hanno imparato moltissimo sulla farmacologia, biochimica ed effetti clinici della Cannabis. Tuttavia, nessuno ancora sapeva davvero come funzionasse questa pianta, che cosa realmente facesse sul cervello per alterare la coscienza, stimolare l’appetito, diminuire la nausea, sedare crisi (epilettiche), ed alleviare il dolore. Nessuno capiva perché fumare Cannabis potesse bloccare gli spasmi muscolari in pazienti con Sclerosi Multipla in pochi secondi; nessuno sapeva perché migliorasse l’umore. Nel 1985 uno studio finanziato dal governo Statunitense alla Scuola di Medicina della St. Louis University determinò che il cervello dei mammiferi ha siti recettoriali, ovvero proteine specializzate, che, incorporate nelle membrane cellulari, rispondono farmacologicamente alle molecole presenti nella resina della Cannabis. Le regioni cerebrali di concentrazione massima recettoriale sono state individuate nell’ippocampo (memoria), corteccia cerebrale (cognizione), cervelletto (coordinazione motoria), gangli basali (movimento), ipotalamo (appetito), amigdala (emozioni) e sostanza grigia periacqueduttale (dolore), ovvero i siti dei principali effetti della Cannabis sul cervello. I recettori cannabinoidi non sono invece presenti nelle zone del cervello che controllano le funzioni cardiovascolari e respiratorie, e ciò spiega la non letalità di un sovradosaggio di THC (a differenza, per esempio, di alte dosi di oppioidi). Successivamente la ricerca sulla Cannabis avrebbe condotto alla scoperta di una sostanza naturale, prodotta dai nostri corpi, simile al THC: la nostra “Cannabis interna”, per intenderci. Nel 1992, i ricercatori scoprirono un nuovo neurotrasmettitore, detto quindi “cannabinoide endogeno” o, in breve, “endocannabinoide”, una molecola che si lega con gli stessi recettori del cervello che sono sensibili al THC. Gli avanzamenti del nascente campo scientifico, sempre più in espansione, avrebbero aperto la strada a nuove strategie di terapia per diverse patologie, incluso il cancro, il diabete, il dolore neuropatico, l’artrite, l’osteoporosi, l’obesità, l’Alzheimer, la Sclerosi Multipla, la depressione e molte altre malattie. Il Sistema Endocannabinoide è presente nei pesci, rettili, vermi, sanguisughe, anfibi, uccelli e mammiferi – in tutti gli animali ad eccezione degli insetti. I recettori di questo sistema proliferano nella placenta e facilitano il cosiddetto “cross- talk”, ovvero il botta e risposta che esiste tra l’embrione e la madre. Sappiamo che i livelli di endocannabinoidi nel latte materno hanno un’importanza critica per l’iniziazione della poppata nei neonati e l’interazione tra gli endocannabinoidi presenti nel latte e i recettori presenti sulla lingua, permette di mantenere equilibrati appetito ed assimilazione del cibo, garantendo la sopravvivenza infantile. I cannabinoidi promuovono l’omeostasi (equilibrio) a tutti i livelli della vita biologica. L’autofagia, il processo in cui una cellula sequestra parte del suo contenuto per essere auto-digerito e riciclato, è mediata dal Sistema Endocannabinoide. Questo processo mantiene vive le cellule normali, consentendo loro di sostenere un equilibrio tra la sintesi, la scomposizione, e il successivo riciclaggio dei prodotti cellulari; dall’altra parte però ha un effetto mortale sulle cellule tumorali maligne, causando loro un suicidio cellulare programmato. Naturalmente, la morte delle cellule tumorali promuove l’omeostasi e la sopravvivenza a livello di tutto l’organismo. Ecco il perchè dell'utilizzo del THC per la terapia oncologica. Dalla fine degli anni ’90, gli scienziati scoprirono che la segnaletica cannabinoide riesce a regolare anche la neurogenesi negli adulti (ovvero la crescita di cellule cerebrali) e la migrazione di cellule staminali. I recettori cannabinoidi sono risultati essere molto più abbondanti nel cervello di praticamente qualsiasi altro tipo di recettore. I recettori cannabinoidi sono ampiamente e variamente distribuiti nel cervello e in altre parti del corpo, e per questo i cannabinoidi hanno un vasto profilo terapeutico.
La segnaletica indotta dai recettori cannabinoidi modula il dolore, l’infiammazione, l’appetito, il metabolismo del glucosio, la motilità gastrointestinale e i cicli del sonno, insieme ai ritmi delle cellule immunitarie, ormoni, e altri neurotrasmettitori che alterano l’umore, come la serotonina, la dopamina e il glutammato. Il microbiologo e attivista internazionale per la Cannabis medicinale Robert Melamede, descrive il Sistema Endocannabinoide come il “mastro mediatore” in continuo multitasking, aggiustando e riaggiustando la complessa rete di termostati molecolari che controlla il nostro ritmo fisiologico e a quanto pare dai recenti studi, anche in campo veterinario. Il sistema immunitario umano e animale, una delle meraviglie della fisiologia, si accende come una fornace quando la febbre è necessaria per friggere un virus o un’invasione batterica. Quando il lavoro è fatto, la segnaletica endocannabinoide abbassa la fiamma, raffredda la febbre, e ristabilisce l’omeostasi. La “deficienza clinica da endocannabinoidi” è alla base dell’emicrania, della fibromialgia, delle infiammazioni croniche dell’intestino (MICI) e di un gruppo di altre condizioni, che rispondono favorevolmente a terapie a base di cannabinoidi. Insomma, la scoperta del sistema endocannabinoide e quindi delle varie potenzialità terapeutiche della pianta di Cannabis ha aperto varie frontiere terapeutiche e io sono pronta ad esplorarle assieme a voi per migliorare la qualità di vita dei vostri animali.

Commenti